Dopo Maison&Object a Parigi, il secondo l’appuntamento con le fiere di settembre era a Londra, per scoprire tutte le novità del London Design Festival.
L’edizione numero 17 è andata in scena dal 14 al 22 settembre scorso e come sempre l’evento ha animato i vari “Design District” della città con mostre e installazioni diffuse.
Come quella commissionata alla designer francese Camille Walala, tornata alla London Design Festival per dare energia e vivacizzare con il suo stile la zona del South Molton Street, nel cuore del West End di Londra.
Per l’occasione è stata creata la Walala Lounge, composta da 11 sedute che hanno trasformato la strada in un salotto urbano a cielo aperto. Un luogo per far incontrare le persone, chattare e rilassarsi, interrompendo il ritmo frenetico con un’esplosione di colori nel cuore di Londra.
Ma l’opera di cui più si è parlato in questa edizione è stata il progetto del designer britannico Paul Cocksedge, autore dell’installazione “Please Be Seated” in Broadgate (Finsbury Avenue Square) una estesa zona pedonale di Londra. Si tratta di una seduta collettiva realizzata in legno con assi di ponteggi. La composizione dell’opera è formata da tre cerchi concentrici che scorrono su e giù come onde. Il progetto invita i pedoni a passare sotto queste onde, per trovarvi un po’ di ombra oppure a sedersi.
Nel nuovo distretto del design in King’s Cross, una delle installazione principali di quest’anno è stata commissionata invece al designer italiano Martino Gamper. Si tratta di “Disco Carbonara”, opera concepita da Gamper, come una giocosa porta di accesso temporanea al nuovo polo commerciale Coal Drops Yard.
Per questo progetto, il designer ha espressamente scelto materiale ligneo di recupero ALPI per rivestire l’intera struttura (lunga 10 m e alta circa 8 m) composta da una finta facciata colorata che evoca in maniera del tutto inedita gli ambienti vivaci delle discoteche.
L’installazione metteva in scena il sottile confine tra ciò che vediamo e ciò che si nasconde dietro l’apparenza. Il progetto prendeva infatti ispirazione dalla leggenda del “Villaggio Potëmkin”, un villaggio fittizio in cartapesta fatto costruire dal principe Grigorij Aleksandrovič Potëmkin, nei territori conquistati in Crimea, per impressionare l’amante Caterina II di Russia durante un viaggio nel 1787.
Un concetto di gioco ricorrente nelle opere di Gamper, progettista a metà strada tra design e arte concettuale, che lo hanno portato in questo progetto a sezionare il materiale e a ricontestualizzarlo per dare vita a significati e forme estetiche nuove.
Anche per questa edizione, una delle location imperdibili del London Design Festival è stato il V&A Museum, che per l’undicesimo anno ha confermato la sua partnership con l’evento.
Durante il London Design Festival, il museo d’arte, design e performance ha ospitato ancora una volta una serie di progetti realizzati da designer di fama internazionale.
Tra questi BAMBOO (竹) RING: WEAVING INTO LIGHTNESS a cura di Kengo Kuma. Si tratta di un’installazione appositamente commissionata dal museo ed esposta per tutta la durata del festival, nel cortile del V&A Museum.
L’architetto Kuma (fondatore di Kengo Kuma & Associates) che ha recentemente progettato il V&A Dundee ( il suo primo edificio nel Regno Unito) con Bamboo (竹) Ring, o “Take-wa 竹 わ”, riflette sul concetto di tessitura. Realizza così una struttura a forma di ciambella, ricreata intrecciando insieme anelli di bambù e fibra di carbone. L’installazione è un’esplorazione di precisione, leggerezza e resistenza: tirando due estremità, si deforma naturalmente e la metà della struttura del tessuto viene sollevata in aria.
Oltre alle installazioni artistiche, nei giorni del London Design Festival. gli appassionati di design, hanno potuto visitare anche le fiere che ormai da anni animano questa manifestazione. Come 100%design, LONDON DESIGN FAIR, FOCUS /19 e designjunction .
Per 100% design, questo è stato il 25 ° anniversario, un compleanno importante per uno dei principali eventi del design nel Regno Unito. Lo spettacolo di quest’anno ha visto oltre 400 espositori e un programma senza pari con alcuni dei più grandi di architettura e design, tra cui David Rockwell e Marcel Wanders.
Il LONDON DESIGN FAIR è andato in scena invece nel cuore creativo dell’ East London, con 550 espositori provenienti da oltre 40 paesi. In KING’S CROSS si è rinnovato l’appuntamento con DESIGNJUNCTION mentre presso il Design Center, Chelsea Harbour la fiera da non perdere era ancora una volta Focus / 19 .
Durante il London Design Festival i distretti del design in città sono ben 11: Bankside Design District, Brompton Design District, Chelsea Design District, Clerkenwell Design Quarter, King’s Cross Design District, Marylebone Design District, Mayfair Design District, Pimlico Road Design District, Shoreditch Design Triangle, Victoria Connections Design District,West Kensington Design District. Il programma è fitto di eventi e comprende anche mostre e dibattiti a tema, come il Global Design Forum che si svolge al V&A Museum. Il forum offre conferenze, dibattiti, tour e workshop che insieme riflettono sul design di oggi. L’ edizione 2019 ha visto la partecipazione di oltre 50 relatori tra cui: Kengo Kuma, Dame Vivienne Westwood, Yves Behar, Deborah Riley, Astrid Stavro, Claire Bergkamp e Fabio Novembre.
Molti eventi, sono ormai un appuntamento fisso nell’agenda di appassionati e addetti ai lavori, che di anno in anno, visitano il Festival per scoprire le novità del design internazionale. Accanto a questi, quest’anno è stato lanciato un nuovo evento, pensato per raccontare il design italiano a Londra. Si tratta di I-Made (Italian Manufacture, Art and Design Exhibition) ospitato nell’iconica Saatchi Gallery di Chelsea. I-Made è la prima mostra di Londra dedicata esclusivamente al design italiano, organizzata da Giulio Cappellini per raccontare il design, l’innovazione e la manifattura artigianale delle eccellenze del Made In Italy.
Celebrazione dell’artigianato italiano, I-Made attinge alla passione e alle tradizioni di iconici marchi italiani come Emu, Moroso, Living Divani, Cantarutti e Porro, mostrandoli opere come opere d’arte in un’ambientazione a galleria aperta. Inoltre in omaggio al complemento d’arredo per eccellenza, la sedia, Giulio Cappellini ha ideato la mostra satellite “Take a seat“, un focus dedicato a questo prodotto archetipico e al suo cambiamento di status nel corso degli anni.
La mostra era dedicata a coloro che hanno fatto la storia del design delle sedute come De Padova, MDF Italia, Giorgetti, Poltrona Frau ma anche a prodotti recenti. Come le collezioni di Moroso, tra queste ci sono 4 sedute selezionate da Giulio Cappellini e firmate Patricia Urquiola: le iconiche Fjord, Antibodi e Tropicalia e la più recente Lilo Wing.
In mostra anche sedute del duo norvegese Anderssen & Voll con Ribbon di Cantarutti , collezione multi materiale raffinata ispirata al design nordico, interpretata in chiave mediterranea grazie ai colori e ai rivestimenti.
Tra i progetti recenti, a fianco delle sedute che hanno plasmato la storia del design, è stata esposta anche Ghiaccio di Porro. Una poltroncina bassa e confortevole, disegnata da Piero Lissoni nel 2011, addolcita da un soffice cuscino in tessuto.
Oltre al programma per gli espositori, I-Made ha ospitato nel corso dei quattro giorni anche una serie di conferenze e seminari sul design coinvolgendo artigiani, architetti e designer italiani.
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