Per chi si occupa di architettura e di interior design viaggiare non è solo l’occasione per concedersi momenti di svago e relax. Conoscere e visitare posti nuovi può essere fondamentale anche per trovare nuovi stimoli lasciandosi suggestionare da paesaggi e architetture inattese.
Abbiamo già parlato del persuasive design, ovvero dell’influenza che hanno i social, e in particolare Instagram, sulle nostre scelte in merito alle mete da raggiungere per le nostre vacanze. Location dal design unico guidano le nostre scelte. Questa nuova frontiera del design sta causando una “disruption” nel settore dell’architettura e dell’arredo di interni, per cui oggi quando si sceglie una località dove trascorrere le proprie vacanze si viene profondamente influenzati dall’instagrammabilità dei luoghi.
Un concetto strettamente collegato al fatto che oggi una vacanza deve essere anche un’esperienza emozionale, e questo vale sia per le località estive che per quelle invernali, in cui l’interior design e l’architettura giocano un ruolo fondamentale sia per quello che riguarda la scelta della meta che per quello che riguarda il coinvolgimento emotivo durante il soggiorno.
Tra le località più coinvolgenti di montagna, ci sono le Terme di Vals un progetto dell’architetto Peter Zumthor. Le terme si trovano in un paese della Svizzera da sempre a vocazione turistica. Per contrastare un calo di affluenza negli anni ‘80 l’amministrazione locale, rilevò gli alberghi presenti dagli anni Sessanta per costruire a loro posto, un moderno complesso termale. All’inizio degli anni ’90 l’incarico di questo progetto, venne affidato a Zumthor.
L’architetto decise da subito di incastonare il progetto delle terme direttamente nella montagna, definendo così uno dei caratteri fondamentali di questo intervento. Incorporato nella materialità della roccia, il complesso si relaziona ed esalta luce ed acqua riducendo allo stesso tempo, il contributo estetico di elementi come porte e infissi. Profondo è quindi il rapporto con il contesto naturale che fa da sfondo ai rituali termali. Le terme di Vals non sono un esperienza turistica in senso classico ma definiscono nuove situazioni che coinvolgono la corporeità e i 5 sensi.
Anche un film può essere elemento di ispirazione per scegliere una vacanza o un’escursione sulla neve. E’ il caso di Ice-Q, il rifugio a Sölden in Tirolo dove è stato girato “Spectre”, film della serie 007. Si tratta di un ristorante gourmet posto a 3000 mt e collegato direttamente alla cabinovia del Gaislachkogl.
E’ considerato tra i progetti più innovativi e di minimo impatto ambientale degli ultimi anni. Ice-Q, è stato progettato dello studio Obermoser ed è unico per l’ architettura all’avanguardia, per le proposte eno-gastronomiche e per il ponte sospeso che lo collega con il punto più alto della montagna. E’ come una scultura vitrea, composta di elementi che paiono blocchi di ghiaccio, impilati gli uni agli altri. Da qui si ha una vista mozzafiato a tutto campo su ghiacciai e panorami montani.
Tra progetti architettonici in alta montagna più suggestivi c’è anche il Museo del Passo a Passo del Rombo, una costruzione imponente sporgente per ben 16 metri sul terreno altoatesino. Il progetto è dell’architetto Werner Tscholl, che per realizzarlo si è ispirato ai massi locali.
Ma il più famoso Museo in alta quota è il Messner Mountain Museum Corones situato sul Plan de Corones (2275 m), in vetta al più spettacolare altopiano panoramico dell’Alto Adige. Il MMM Corones è dedicato all’alpinismo tradizionale, ed è ospitato in un edificio progettato da Zaha Hadid . La vista mozzafiato che si gode dall’inconfondibile edificio, è parte integrante dell’esperienza museale: lo sguardo spazia in tutte e quattro le direzioni cardinali, anche oltre i confini provinciali: dalle Dolomiti di Lienz a est fino all’Ortles a ovest, dalla Marmolada a sud fino alle Alpi della Zillertal a nord.
Il comprensorio sciistico di Plan de Corones è sempre stato molto frequentato in inverno, ma nei mesi estivi era di scarso richiamo per i turisti. Al fine di rilanciarlo anche nella stagione calda e di utilizzare gli impianti di risalita in maniera sostenibile è nata l’idea di una piattaforma panoramica. Venutone a conoscenza, Reinhold Messner pensò a una qualificazione culturale, proponendo la creazione di un luogo di pace, di decelerazione, di ritiro, di uno spazio esperienziale: un museo sull’alpinismo tradizionale. La cima dei deltaplanisti e dei parapendisti, è diventata così anche la montagna del museo. Qui la natura e l’ambiente circostante giocano un ruolo decisivo, le forme architettoniche sembrano fondersi con la realtà esterna. Il museo, in gran parte sotterraneo si inserisce con naturalezza nell’ambiente circostante.
Esperienza di viaggio e soggiorno indimenticabile sono anche Tree Houses, progetto dello studio Peter Pichler che propone abitazioni sostenibili immerse nel verde delle Dolomiti. Gli elementi ideati dallo studio, si presentano come estensioni di un hotel esistente. Il risultato è una proposta abitativa innovativa che ha come obiettivo quello di eliminare qualsiasi tipo di filtro nell’esperienza dell’uomo con la natura. La forma delle architetture è ispirata dal contesto circostante. In particolare la geometria del tetto si ispira alla fitta boscaglia costituita da abeti e larici che ricoprono i pendii delle montagne, richiamando l’immagine di monoliti conficcati come “schegge” nel terreno. Grazie alle grandi vetrate di questa costruzione gli ospiti possono concedersi una completa immersione nel paesaggio.
Il tema dei rifugi di montagna, è ricco di esempi di suggestive architetture. Come Split View Mountain Lodge in Norvegia nei pressi di una famosa destinazione sciistica nella valle di Hallingdal o l’Alpine Capsule, di Ross Lovegrove, rifugio high tech ecologico sulle Dolomiti.
Sembra un cubo di ghiaccio, ma in realtà è un rifugio sostenibile il progetto di Atelier 8000 ad High Tatras al confine tra Slovacchia e Polonia. La forma cubica che ruota su se stessa poggiando su uno dei suoi vertici vuole suscitare una sensazione di casualità, come se l’edificio fosse un pezzo di ghiaccio distaccatosi durante la ritirata dei ghiacciai. Il rifugio si articola su 5 piani: nel piano interrato si trovano i locali tecnici, il piano nobile è adibito a ristorante mentre i piani superiori ospitano le camere da letto e le aree per il rifugio. Il rifugio è pensato come un edificio passivo e trae grande vantaggio dalla sua particolare forma in quanto la facciata a sud e quella ad est, perpendicolari alle radiazioni solari incidenti, sfruttano al meglio l’energia solare e sono perciò costituite da pannelli fotovoltaici che garantiscono l’autoproduzione energetica.
Molto più piccolo e sobrio è invece il rifugio di montagna progettato da studio OFIS Arhitekti sul monte Kanin. E’ un edificio prefabbricato qui trasportato in elicottero. All’interno c’è una piccola abitazione, un rifugio di montagna per scalatori, in un luogo remoto, soggetto a condizioni meteorologiche estreme. Il sito è accessibile solo a piedi o in elicottero. Uno dei due lati corti è aggettante e da qui si apre con un’ampia vetrata verso un paesaggio roccioso mozzafiato.
Ma se i rifugi sono in luoghi troppo estremi da raggiungere, ci sono pur sempre gli hotel, come luoghi da visitare e architetture da vedere. Progetti d’ispirazione come il Klima Hotel Bellavista, progetto dello Studio Matteo Thun del 2011. Si tratta di un edificio pensato per dare al cliente un nuovo concetto di ospitalità, nel rispetto della natura e della tradizione locale. Collegato al vecchio edificio, si pensato ad un nuovo volume avvolto da un motivo in legno chiaro, come fosse un nido.
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